Monday 9 May 2016

Mother day the day after

Ieri era la festa della mamma.

Il mio rapporto con questa festa e' stato sempre altalenante. Mai particolarmente sentito quando ero una figlia - forse per effettiva mancanza della titolare. Brutalmente negatomi quando ero una delle tante mamme silenziose camminanti sulla terra, con un secondo bambino in pancia e un buco nero nel cuore. Poco apprezzata in generale, come una delle tante feste commerciali che ci sono al mondo.
Ieri mattina, l'inondazione sui social network di auguri e cuoricini, mi ha dato sui nervi. Addirittura Facebook mi ha fatto gli auguri. Sono stata molto tentata di scrivere un post polemico, sulla scia di una puntata di "Last Week Tonight", su quanto sarebbe piu' proficuo, invece di celebrare le madri per Mother Day con ondate di cuori, cartoline, auguri, cioccolatini - le madri sono di solito a dieta - e varie e eventuali, dare alle madri la maternita'. Parlo degli USA ovviamente, dove la maternita' e' considerata indisposizione e come tale gestita.
Un po' di polemica mi sia concessa: lo stato del Texas garantisce alla madre 12 settimane di ferie non pagate per accudire il pargolo. Molte donne rientrano allo scadere della sesta settimana, utilizzando ferie, giorni di malattia e tutto quello che possono. Quelle che prendono due mesi sentono il dovere di giustificarsi. Follia allo stato puro. Questa politica mi fermera' nell'avere un altro bambino (ho il sospetto sia una costruzione sbagliata, ma non mi viene sul momento meglio di cosi', perche' lo dico sempre in inglese, per polemizzare con chicchessia a lavoro 'it will stop me for having another child'). Fine polemica.
Insomma volevo scrivere un post polemico su questo tono, ma molto piu' lungo e pedante, poi pero' s'e' fatto tardi e siamo andati al compleanno di una cara amica che prevedeva tuffo in piscina e grande magnata.
Ed e' stato allora che, mentre tutti i bambini sguazzavano e si divertivano, io tenevo stretto Fabio che con il gesso non poteva fare il bagno. E allora Fabio mi ha chiesto di togliergli le scarpe. "Vorra' saltare nella pozzanghera" ho pensato io, sciocca, e gliele ho tolte. Ed e' stato allora che, mentre appoggiavo le scarpe per terra, mi sono un microsecondo distratta a mettere dentro le scarpe i calzini e, quando ho alzato la testa, lui, la merda, si era belle tuffato in piscina, con vestiti gesso e tutto, senza ovviamente i braccioli, con il ghigno di chi te l'ha fatta, cogliona, che pensi che io sia peppa pig e invece sono un teppista. La maiala di tu madre proprio (mummy pig) - che poi sarei io.
E insomma per la festa della mamma, e tutti gli altri giorni, invece di fare polemica, io dovrei guardare un po' meglio i miei figlioli, mannaggia a loro, che poi scappano e chi li riacchiappa.
E allora ho asciugato il gesso con il phon, brontolato il furfante a dovere, ma se ci ripenso, alla scena, ancora mi scappa da ridere. E poi ho fatto i muffins che venerdi' mi ero persa la festa della mamma (mom&muffins) a scuola e l'ho recuperata stamattina. E ho esposto i regalini in ufficio. E ho appena bevuto il te della foto.
Perche' la festa della mamma e' una commercialata come tante e non mi stara' mai particolarmente simpatica, ma e' anche un'occasione per rimettere a fuoco che li adori, quelli, molto di piu' di quanto ti fanno incazzare. E allora gliel'ho comprato in pausa pranzo quel gioco che mi chiedevano da una vita, perche' quel tea era davvero buono, quella faccia davvero dispiaciuta per quel gesso era davvero bagnato, e quei due davvero speciali.