Tuesday, 24 November 2020

Cosa e` una cattiva idea?

Accadde che una famiglia di quattro scappati di casa, durante una pandemia globale, presi dalla disperazione del caldo texano, decisero di rifugiarsi al fresco dei monti coloradiani. Accadde che passarono due settimane, in completa solitudine, camminando sentieri su sentieri, pedalando piste cicabili, ordinando cibo da asporto e godendosi la brezza serale con una birra locale in mano. Accadde che alla figlia grande venne in mente di guardare un sito di appartamenti in vendita, e per puro caso ne trovo` uno che le piaceva. Ed infine accadde che la figlia grande passo` quel telefono ai suoi genitori. Cosa e` il genio: E` fantasia, intuizione, decisione e velocita` di esecuzione. Cosa e` invece una idea molto stupida? E` sentimento di pancia, decisione e velocita` di esecuzione E allora passarono gli ultimi due giorni di vacanza guardando appartamenti, con una agente immobiliare che e` anche una ciclista, che quasi sembrava destino. Fecero una offerta per un piccolo chalet, anche, prima di partire, che non fu accettata. Ma a quel punto, non potevano lasciar perdere. Nell'era tecnologia post-covid, quando oramai viviamo di webex, zoom, microsoft team, e compagnia cantante, e` cosi` fuori luogo vedere case via FaceTime. No, infatti, nemmeno secondo me, ed infatti acconsentii a mettere una offerta per un piccolo chalet appena fuori il centro di Boulder. Acconsentii, dicevo, dopo aver pedalato 100 e piu` chilometri e con due micheladas e due birre in corpo. Sapendo di non poterlo vedere dal vivo prima di concludere le trattative. E allora accadde che, sai com'e`, l'offerta fu accettata, il mutuo ottenuto, le firme scambiate in remoto e le chiavi lasciate in un lockbox fuori dall'ascio. n tempi di pandemia, quando tutte le vite sono stravolte, quando l'unica cosa che possiamo fare e` stare soli in mezzo a un bosco, ringrazio di avere avuto la possibilita` di regalermi boschi, sentieri, neve, laghi e sole.


Monday, 17 August 2020

Lettere ai tempi del coronavirus - III (e altro)


June, 2nd 
George Floyd era cresciuto a Houston. Ecco, io nemmeno lo sapevo, ma i miei amici si. Big Floyd. A quanto pare faceva esibizioni di Hip-hop fino alla meta` degli anni 90 con una banda chiamata Screwed Up Click. L'ho scoperto quando mi e` arrivata una mail di HISD, Houston Independent School District, il nostro distretto scolastico, che ha ricordato il suo ex-alunno con un discorso commovente, o di circostanza, chi lo sa. C'erano condoglianze alla famiglia, che ancora vive qua, e c'era l'incitamento all'unita` fra le razze e culture, in qualche modo rappresentata in questa strana citta` a maggioranza minoritaria e portata avanti alla meglio nelle nostre scuole. Quindi forse il discorso non era del tutto di circostanza.
Houston non e` una citta` a prevalenza afro americana, ma latina, ovviamente, data la posizione geografica, ma la tonalita` di nero poco importanta nell'economia di questo momento storico.
George Floyd era nato in North Carolina, quella si che e` a maggioranza afroamericana, e se vai indietro qualche generazione nell'albero genealogico di quella gente, sempre la` arrivi: agli schiavi. In North Carolina, tu vai a fare il picnic alle plantation. Questo solo la dice lunga.
George Floyd era andato a vivere qualche anno fa a Minneapolis. Ironicamente lavorava come guardia del corpo e aveva perso il lavoro a causa del COVID-19. Non so nemmeno perche` quella notte fosse stato arrestato, ma di solito nemmeno c'e` un motivo. Probabilmente solo perche` era nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Ora io posso stare qua a scrivere due ore su cosa significa essere bianchi e privilegiati o sulle scelleratezze della capitalizzazione della stampa, nazionale ed estera, sulle proteste che in questi giorni infiammano gli USA e il mondo.
Ma, seriamente, non trovo le parole.
Mi fanno tutti quanti cacare.
Quelli che parlano di privilegio, quelli che parlano di complotti, la stampa di destra che mostra immagini di supermercati saccheggiati e quella di sinistra che mostra i gas lacrimogeni sulla folla pacifica.
Mi fanno tutti cacare, ed il motivo e` semplice: non vedo quale sia la soluzione a tutta questa follia che mi fluttua intorno.
Qualcuno mi ha chiesto di scrivere come stia vivendo questi giorni. Non lo so, ma prometto che se lo capisco, lo racconto. 

June, 19th (Juneteenth) 
As someone that had no idea what Juneteenth was until very recently, I am grateful to have a community of educated, open-minded, and kind people around me that keep teaching me things I don’t know.
Slavery was never a thing in Italy, racism exists, of course, and unfortunately, everywhere, but takes different shapes and shades over there. I’ve learned a lot about what white privilege means lately, not because I was unaware I’m privileged, but because I was never trained to think about it in terms of colors.
So thank you to everyone that has posted, shared, raised awareness. Below the beautiful words of a good man.

June, 28th 
I love downtown in the morning. Riding here could be my new morning routine. I definitely need to
find a new way to deal with the new stay-at-home order. This virus is vicious and not just because kills and invalidates people.
It gets into our homes. We are judged in our routines, shamed on social media, fingers are pointed to everyone by everyone. Masks are used as a political stand. A resurgence of cases pinned on different groups/behaviors accordingly to personal beliefs/priorities. Who knows me well knows that I can be very resilient, but this judgmental atmosphere tries me deep down.

Lettere ai tempi del coronavirus - II


April, 2nd
Just to end this day on a positive note, here is what I like about the stay-at-home order: 1) we eat all together twice a day and I make the effort to cook decent meals
2) I am actively enjoying my kids' school activities - I even made one of the art assignments myself
3) my FOMO is feeling very well THANK YOU
4) I discovered Zwift! I would never otherwise because, you know, streets are my trainer5) people actually *call* me with an actual phone
6) even if I work at 30 min intervals, I managed to get something done
7) I am relieved that someone actually listens to Science.I realized I wrote a pretty dark post the other day. A massive THANK YOU to who commented (or contacted me privately). It cheered me up a lot and gave me the right energy to keep going on a positive note.

April, 16th

La fase 1 era la caccia all'untore, la fase 2, mi pare a me, la caccia al capro espiatorio


April, 25th

“Fabio che cosa faresti se uno venisse a casa tua e ti dicesse che da quel momento in poi devi fare tutto quello che dice lui?”
Fabio, con la sua maglietta rossa della scuola, ha preso un martello ed ha fatto gesto di tirarmelo in testa.
“Ecco, Fabio, così hanno risposto I partigiani alla dittatura fascista”


May, 6th

Meno male a Mantova hanno scoperto la cura al plasma, se solo si fosse saputo nel 2015, si sarebbe potuto addirittura curare Ebola.


May, 12th

Mi sono svegliata alla notizia che alla casa bianca hanno reso obbligatorie le mascherine. Questo ha innescato tutta una serie di polemiche legate al fatto che inizialmente non si credeva che le mascherine fossero utili a contenere il contagio. La frase che ho letto che spesso è “ma perché cambiano in continuazione idea?”.
Mi ha fatto molto riflettere.
Io sono un ricercatore. Lo sono da quando ho messo piede all’università nel 1994. Sono più di 25 anni che, quasi quotidianamente, formulo ipotesi e me le vedo rinnegare dai dati. Allora formulo nuove ipotesi e via e via, fin quando la mia ipotesi non è suffragata dai dati, e non il contrario. Il contrario sia chiama “bias” e, di solito, si cerca di scansarlo come il coronavirus.
Le ipotesi non vengono formulate completamente a caso, naturalmente. Più un ricercatore conosce la materia più vicina l’ipotesi è al reale, ma raramente ci si becca alla prima! E di fatto, con il corona, non c’hanno beccato alla prima nemmeno i migliori virologi e epidemiologi del mondo.
Non mi stupisce, nè scandalizza. Ma a me, questo processo mentale (dati-ipotesi-dati) viene completamente naturale. Per tornare al punto iniziale del post, non mi stupisce che le raccomandazioni sulle mascherine siano cambiate rispetto a 3 mesi fa, quando non se ne sapeva abbastanza di questo virus, sopratutto da un punto di vista epidemiologico.
Chiaramente invece questo stranisce parecchi.
Mai come in questo periodo di pandemia mi sono resa conto di quanto la mia testa ragioni su un’altra lunghezza d’onda dalla maggior parte delle persone che ho intorno. Non lo dico con disprezzo, lo dico come presa di coscienza. Del resto è la prima volta che gli scienziati in prima linea provano a parlare a tutta la popolazione e sono certa di non essere l’unica ad aver realizzato quello che ho appena scritto.
Per cui a nome di tutta categoria, portate pazienza! Noi ci mettiamo li e vi spieghiamo cose che fino a ieri manco sapevate esistessero (e tuttora scambiate il raffreddore con l’influenza). Voi fate lo sforzo di rendervi conto che non portiamo la verità assoluta. Se volete quella, andate a farvi spiegare le cose dai preti.


May 26th

Memorial day has come and gone and we passed it with friends in a sparkle of normality, enjoying a beautiful sunny afternoon.
But it didn't feel right.
In my heart, Memorial Day signs the beginning of summer. By now, I usually have everything planned: we take a family road trip and then we take the kids to Italy. This week is usually packed with closing businesses: last day of school, sports have finished by now, the routine as we know it breaks and we all are ready for something different.
This year, it's going to be more of the same.
I spent the whole academic year witnessing events: John went to NY and I found myself in the shoes of a single mom. Then he came home, he finally found a job then COVID happened. I went from being a single mom to a full-time housewife and homeschool teacher overnight, w
hile still holding a full-time job. And I am grateful that my job so far has been stable. During these months, John lost his job, found another one, kids became computer experts, somehow finished the school year (their stuff packed in brown bags and handed over by masked teachers), and my days haven't changed a bit.

I am sitting here, at this table in my bedroom, headphones and all, and I watch and watch while random events stream in front of my eyes.

Wednesday, 25 March 2020

Lettere ai tempi del coronavirus - I



March 3rd:
Trump: holy shit I might actually die, let’s ban all travels to Europe except for our British buddies.
Uk: mate, let’s go all darwinians! You know... immunity... antibodies... stuff... people will get it anyway, why bother. ‘Britons, get ready to loose some loved ones while we don’t do shit’
Trump: holy shit! I was instructed to take one good decision, now these assholes make me look even more of a dumbass. Let’s ban all travels to the UK too.

This is better than a comic book. Poor man, I feel for him. He doesn’t know how to handle normal business, let alone the plague!

March 16th:
Now it's time for realism. Kids will not go back to school any time soon, we will not go back to normal work routines for a few weeks (months?), our lives are upside down and stay this way for a while. Now it's time for planning, not panicking. One task at the time, while we try to reorganize our daily routine in this strange new normal. We can totally do it.

March 19th:
I have never been more proud of being a scientist.
Keep going, fellow virologists, show the world who deserves to be treated like a celebrity.

March 21st:
This coronavirus is giving the first world a much needed reality check

March 23rd:
Trump: America is great, the FDA is great, the FDA approved THE CURE for COVID-19, thanks to me. They did a great job. It's cheapest cheap, everyone can have it (maybe, if I feel enough of a socialist)
Han (FDA Commissioner) 2 sec later: Ehm... NOPE. HARD NOPE. The FDA has expedited a large clinical trial to see if this drug has ANY effect, in the first place, Mr President.
Like... scolded by Han on national TV. He so much wants to play hero but, truly, he has no fucking clue.

March 24th:
lesson I am learning from this COVID19 crisis, some good some bad:
-we are a freaking entitled society
-people start to realize they have to listen to experts: science has been many steps ahead on this crisis and it's gone unheard until it was too late (Italy is an example)
-scientists need to reclaim their role in society
-people start to realize that money doesn't buy you immunity to viruses
-entitled white old asshole is taking reasonable steps ONLY because his white fat ass is at risk
-kids can be left alone in the kitchen for hours and... they make you pancakes.

Saturday, 18 January 2020

Una vita senza plastica. Ci sto seriamente provando

Lo so, ve la meno dai tempi dei pannolini lavabili, ma oramai avrete inteso che se non si fa qualcosa di concreto... qua si brucia tutti come i koala in Australia in questi giorni.
Eliminare l'usa e getta è relativamente facile e onestamente lo faccio da sempre. Le buste di plastica vengono rimpiazzate dalle buste di tela, ai compleanni di bambini si usano piatti e posate normali, ci si abitua a girare con una bottiglia nella borsa.
Eliminare la plastica dalla mia vita, o quantomeno ridurla al minimo, si sta rivelando invece parecchio complesso.
Di seguito le mie mosse, ma sono molto interessata a ascoltare idee di chiunque, perche` sono molto lontana dal mio scopo, che è ZERO-PLASTIC entro fine anno.

- I sacchetti per la verdura sono stati rimpiazzati da mash bags che vanno in lavatrice e vengono riusate all'infinito. Hanno anche lo spazio per attaccare etichetta. Facile
- Spazzolini di bamboo.
- I figli vanno a scuola con lo snack in quelli che un tempo erano i sacchetti dei pannolini lavabili. Sono impermeabili, resistentissimi e bellini da morire.
- Il sapone per mani e corpo oramai entra in casa soltanto in forma di saponetta. Niente piu`sapone liquido o bagnoschiuma. Se ogni tanto vogliamo fare un bagno di lusso, mi sono data alle bath bombs.
- Ho fatto abbonamento a una compagnia che mi porta a casa sapone per lavatrice e lavastoviglie completamente senza plastica, solo cartone riciclato.
- La maggior parte della spesa di cibo settimanale viene fatta tramite Imperfect, una compagnia che ridistribuisce cibo che altrimenti verrebbe buttato perchè, per l'appunto, non perfetto. Il packaging è minimo e spero che trovino una soluzione per eliminare anche quel poco.
- I contenitori di plastica per alimenti verranno a breve rimpiazzati esclusivamente da vasetti di vetro, riciclati dai vari vasetti di sugo, marmellata ecc. Quelli che ho li consumerò e poi mai più. Per mandare cibo a scuola, contenitori di plastica dura, che almeno durano una vita (zero-plastica è davvero molto molto complesso, come dicevo).

Alla fine, eliminando saponi e plastica da alimenti, il volume si riduce assai, ma ancora non ho una soluzione per lo shampoo, ad esempio, perchè solido non mi piace e per quegli alimenti che vengono in busta sigillata. Se posso scegliere, compro solo quelli in cartone, o me li faccio, tipo il pane. I negozi plastic-free stanno diventando sempre più comuni, per fortuna, quindi magari la società mi darà una mano in questo intento.

Vi prego di condividere idee, incentivi, stili di vita. Se non si inizia a fare attivamente qualcosa, siamo fritti (forse letteralmente, a breve).

Tuesday, 31 December 2019

Ready to kiss 2019 goodbye

Il 26 agosto e` iniziata la scuola per tutti e due, 3rd grade e kindergarten.
Il 2 settembre, lunedi`, sono partita per Montreal, per il congresso mondiale di Molecular Imaging, con non pochi pensieri in testa.
La domenica dell'8 settembre sono arrivata a casa un po' dopo l'ora di pranzo. John aveva gia` la valigia pronta. Dopo un paio d'ore, lo abbiamo accompagnato all'aereoporto, in partenza per New York, dove pianificava di stare almeno fino a fine anno, se non per sempre. Mi sono sentita stordita, contenta, triste, incazzata, sollevata e parecchi altri sentimenti tutti insieme.
La sera dell'8 settembre, verso le 9, all'ora della nanna, ho realizzo che entrambi i miei figli avevano i pidocchi (perche` se non siamo Fantozzi non va bene). Ne segue una corsa a CVS, una serie di shampi e lavatrici, una serie di madonne che pareva il giorno del giudizio e la realizzazione che chi ben comincia - la sua carriera da mamma single - e` meta` dell'opera.
E cosi` e` iniziata questa nuova avventura, con il marito la` e noi qua, di giorni fatti di routine e fine settimana decisamente piu` corti, ma ricchi del solito. La cosa che ho trovato piu` difficile e` stare sola con i miei pensieri, senza sfogo o confronto. Invece, contro ogni aspettativa, i miei figli sono riusciti a cavarsela grandemente. Di fatto, avere un genitore solo ha dei vantaggi: senza il babbo, la routine e` stata piu` rigida, ma le regole a volte piu` rilassate, le discussioni inesistenti per mancanza della controparte comunicativa, le beghe solo nella mia testa, quindi dal loro punto di vita, tutto e` sempre andato benone. Almeno a loro, a quanto pare, sono riuscita a trasmettere un minimo di stabilita`, quella che invece, manca assai.

Il 2019 finisce oggi ed e` stato uno di quegli anni che se ne e` andato via in un soffio, lasciandoci ancora appesi al filo dell'incertezza. Personalmente, inizio a non poterne piu`.

Che ho fatto non me lo ricordo. Ora provo a scriverlo.
Sono stata a Londra, in Scozia, in Cina ed in Italia. A Montreal, a Little Rock, San Antonio,  Cincinnati,  New York e New Orleans. Ho un mio tracciante che (forse) entrera` in clinical trial, ho pubblicato 5 o 6 papers, ho ricevuto un aumento di stipendio ed un bonus. Ho fatto passi importanti verso un maggiore benessere fisico e mentale, ho rinnovato consistentemente il mio guardaroba adeguandolo a una stile sciura-di-mezza-eta`, ho pedalato per 2693 miglia (4334 Km), in 173 ore e 36 minuti, con un totale di 1103 m di dislivello .
Eppure non mi pare di aver compicciato nulla e l'unica cosa che ho in capo e` che non sono dimagrita quanto vorrei.

Ditemi che non sono sola a sentirmi cosi`.

BUON 2020 a TUTTI



Saturday, 24 August 2019

Nozze di ferro

6 anni fa abbiamo detto si`, anche se pensavamo che non ci saremmo mai sposati.
"Ma ti pare che il visto sia un buon motivo per sposarsi?" chiesi allora alla mia sorella.
Lei, saggiamente, rispose "E` in pratica l'unico buon motivo" (infatti non e` sposata, nonostante un mutuo e tre figli).
Quando dissi si`, 6 anni fa, lo feci nell'intento di tenere la nostra famiglia unita, nella famosa gioia e dolore. Allora la scelta di venire nella calda Houston, dopo 7 anni di umido londinese, fu presa in meno di 24 ore, in una notte insonne, su una linea telefonica che univa l'Inghilterra alla Svizzera.
6 anni (e un altro figlio) dopo, di nuovo siamo a un altro cambiamento epocale.
Allora ero eccitata di reinventarmi, dopo aver lavorato una vita intera, una Stay At Home Mom.
Adesso sono molto meno eccitata di reinventarmi Single Freaking Mom!
Non mi piace l'idea di passare - realisticamente - il prossimo anno da sola con due figli alle elementari, un lavoro a tempo pieno, pochissimo aiuto e veramente poco supporto emozionale locale.
Non mi piace l'idea che tu torni ogni tanto, probabilmente stanco morto, dopo ore di volo, per nemmeno due giorni pieni. Non mi piace che i bambini non possano condividere con te questo nuovo anno scolastico, specialmente perche` e` il primo anno di scuola vera per il piccolo F.

Ma io sono una persona, che nonostante tutto, ha la fama di andare all'equilibrio parecchio velocemente, quindi faro` la lista di quello che mi piace. E di cose ce ne sono, senno` non avrei supportato questa decisione cosi` destabilizzante.
Mi piace che tu abbia ritrovato buon umore ed energia, voglia di progettare, pianificare, fare e disfare.
Mi piace che ti si stia profilando davanti un nuovo ruolo lavorativo, spero con tutto il cuore che ti dia le soddisfazioni che quello vecchio non ti ha mai dato (e te le saresti meritate tutte).
Mi piace che tu stia progettando di essere il piu` possibile presente per i bambini e per me, nonostante la notevole distanza, e sono certa che loro si aggiusteranno al "new normal" in fretta come - non - faro` io.
Ed ora una piccola lista di cosa mi piace per me.
Mi piace che viaggemo, un sacco, come mai abbiamo fatto negli ultimi anni.
Mi piace che i bambini vedranno le foglie arancioni, la neve, e l'inverno vero.
Mi piace che abbiamo gia` cose da fare da qui a Natale.
Mi piace (un po') che avro` tanto tempo da sola con loro, per creare un rapporto personale che e` leggermente diverso da quello che c'e` se (quando) siamo tutti insieme.
Mi piace che mi sparero` infinite serie su Netflix.
Mi piace che saro` forzata a farmi degli amici, a chiedere aiuto, a conoscere gente.
Mi piace che ci incontremo, noi due soli, in parti a caso degli USA per andare in bici insieme.
Mi piace che, nonostante tutti questi anni, tutti i litigi quotidiani su chi deve fare la spesa o mettere a posto i lego, sull'innegabile fatto che io ho il fuoco al culo e tu sia una coach potato, si riesca a prendere decisioni cosi` grosse in meno di una settimana.
Mi piace che, come ha detto qualcuno, we'll get to hang out in MANHATTAN, ammetto che questa e` la cosa che mi piace piu` di tutto.

Credo che il matrimonio infondo sia questo, affrontare insieme la tempesta dei cambiamenti. E poi c'e` decisamente di peggio nella vita che essere forzati a passare del tempo in New York City!
.


Friday, 16 August 2019

Sotto il cielo di una estate italiana


C'e` un sacco di roba che bolle in pentola nella mia famiglia, non tutta porterà necessariamente a cambiamenti facili e altra richiederà aggiustamenti non da poco nelle routine familiari.
Tanto per movimentare ancora più le cose, quest'anno, per motivi di lavoro, noi 4 Calabreeze non abbiamo potuto pianificare una vacanza di famiglia.
Questo ha fatto si` che prendessi la decisione del secolo di sbolognarmi da sola due viaggi anda e rianda in Italia, il primo per portare in là la B ed il secondo, con F, per andarla a riprendere.
E così, ieri, io e la prole siamo rientrati, dopo 24 ore di viaggio, all'ovile. La B, a 8 anni appena compiuti, ha passato in tutto 2 mesi e 10 giorni su suolo italico, di cui 6 settimane... da sola.
In questi due mesi o poco più, è stata a Roma, Genova, Firenze e dintorni, in mari toscani e liguri, in Sicilia al mare fra Trabia e San Vito lo Capo, su e giù per la penisola insomma, fra spiagge, città e campagne di ogni tipo e gradazione.
Ha probabilmente visto più lei, a 8 anni, in una sola estate, di quanto un americano medio vede in una vita intera.
Ma cosa le sarà rimasto in testa? Come sarà stata davvero questa esperienza in solitaria in una terra che è la sua per origine, ma che è anche dall'altra parte del mondo rispetto a ciò che lei chiama casa?
Avremo un inverno intero per rielaborare questa strana estate, ma posso dire che, a caldo, mi pare che sia stata parecchio bene. La seconda cosa che mi ha detto, appena mi ha visto dopo 6 settimane, è che non vede l'ora di rivedere i cugini. La prima è che le sono mancata tanto, e che è stato difficile a volte, stare senza la mamma. Come era ovvio che fosse.
Conosco così bene quella sensazione. Di gioia mista a tristezza. Di divertimento misto a nostalgia. Di sentire che sempre manca qualcosina. Mia figlia è una emigrante per nascita. Non ha scelto lei questa vita, le è toccata ed ora anche lei sa che non è una vita facile. Però è una vita piena, che regala tante emozioni, tanti posti, tante storie, tanti amici diversi e colorati, tante lingue parlate con naturalezza.
Regala rentirsi cittadini del mondo... e veramente a casa da nessuna parte. È una vita bipolare.
Durante le chiamate serali, quando la nostalgia si facena sentire forte al momento di andare a dormire, le ho ripetuto sempre che doveva pensare alle cose belle che aveva vissuto durante quella giornata, quelle avrebbero aiutato a scacciare la tristezza.
"i giorni passano veloci e a casa torni presto, amore, ma quello che vivi li adesso, quello è un tesoro che porterai nel cuore per un anno intero, se non per sempre".
Lo dicevo a lei e a me allo stesso tempo. Io ho imparato, un po', dopo 13 anni. Lei (loro) avrà meno difficoltà, perchè questa vita bipolare è la sua, e non ne conosce altre.
Non credo che le rimanga il ricordo del Colosseo, o del duomo di Firenze, o del porto di Genova, ma spero si ricordi della gita a Roma col suo amico L, del ricamo che ha imparato dalle nonne pistoiesi, dei giochi coi cugini ai giardini del Luzzati, dei gelati e della focaccia, dei tuffi fra le onde del mare di Varazze e dei pesci in quello Siciliano, dei delfini visti mentre tornavamo a casa in barca, dei nonni e degli zii e del gioco di scopa con le carte siciliane che ha imparato a usare.
"Mamma lo so che te non le sai usare, perchè quelle toscane sono diverse, ma te lo insegno io"

Non vedo l'ora di vedere che cosa mi insegnerà, negli anni a venire, questa bambina di terza generazione, e quali avventure mi regalerà.



p.s.
F quest'anno è rimasto a casa con noi e si è vissuto quasi due mesi da figlio unico. Non sarà l'oggetto di un post, ma se l'è spassata alla grande!

Friday, 26 April 2019

I koala sono carini

L’altro giorno ho portato mia figlia in gita. Per pranzo al sacco, le avevo comprato uno di questi pranzi da bambini che hanno dentro una sorpresa. La sorpresa in questione erano delle schede con delle fotografie di animali che descrivevano una fatto riguardante l’animale fotografato. Il gioco consisteva sull’interrogarsi sui fatti relativi a quell’animale. Siamo andati avanti e indietro a scambiarsi fatti e conoscenza, fino a quando non mi ha chiesto che cosa sapessi del koala. Le ho elencato alcune caratteristiche dei koala ed ho concluso con “ma poi sono così carini“. “Mamma! Questo non è un fatto, questa è la tua opinione! per quanto la condivida, i koala sono carini è vero, questo non è affatto un fatto!“.
In un’epoca in cui mi trovo a discutere su Facebook con antivaccinisti, terrapiattisti, oncologi improvvisati, scienziati di Internet, politici della domenica, mi consola sapere che la differenza fra fatto e opinione è ben chiara nella testa di una bambina di otto anni. Il futuro porta della speranza!

Tuesday, 16 April 2019

Notre Dame de Paris

Era un milione di anni fa, no aspetta era il 1997. Io era un (bel) po’ più giovane, più in forma e più propensa a riempirmi gli occhi di bellezza. Avevo preso il primo aereo della mia vita ed ero andata a fare un pezzo di tesi a Parigi. A Parigi, per la prima volta via di casa, per tre interi mesi. I tre mesi fra i migliori della mia vita. Nella mia stanza di un metro quadro a Orsay, Paris Sud, mi sentivo una regina. Il venerdì sera io e i miei compagni di bagordi, Pisani - di nascita o di adozione - usavamo prendere l’ultima RER e andate a Parigi. Una mezz’oretta ed eravamo nel cuore di una delle città più belle del mondo. E stavamo fuori tutta la notte, di locale in locale, per finire con una crêpe alla nutella nell’attesa della prima RER che ci riportasse a letto, a giorno fatto. Lo chiamavano ‘cremare a Parigi’. Tre mesi di notti di bagordi, che, più spesso che no, iniziavano con un Greek (kebab) nel quartiere latino. Ed era così che Notre Dame, quasi sempre, dava il benvenuto a ogni memorabile fine settimana. Mille volte, mille e mille, ho alzato gli occhi verso quelle guglie stagliate lassù, nel cielo stellato, ed ho assaporato il significato di sentirsi completamente libero. Tutto è iniziato li, per me, fra quelle guglie, quei kebab e quelle immense camminate sulla Senna.
Il fuoco ha distrutto un bel po’, ma la struttura è salva. Spero che la Francia sappia ricostruite con eleganza e che fra un’altra manciata d’anni, quando mi ricapiterà di andare a Parigi, Notre Dame riuscirà di nuovo a stupirmi vestita con un abito nuovo.