Monday 17 August 2020

Lettere ai tempi del coronavirus - III (e altro)


June, 2nd 
George Floyd era cresciuto a Houston. Ecco, io nemmeno lo sapevo, ma i miei amici si. Big Floyd. A quanto pare faceva esibizioni di Hip-hop fino alla meta` degli anni 90 con una banda chiamata Screwed Up Click. L'ho scoperto quando mi e` arrivata una mail di HISD, Houston Independent School District, il nostro distretto scolastico, che ha ricordato il suo ex-alunno con un discorso commovente, o di circostanza, chi lo sa. C'erano condoglianze alla famiglia, che ancora vive qua, e c'era l'incitamento all'unita` fra le razze e culture, in qualche modo rappresentata in questa strana citta` a maggioranza minoritaria e portata avanti alla meglio nelle nostre scuole. Quindi forse il discorso non era del tutto di circostanza.
Houston non e` una citta` a prevalenza afro americana, ma latina, ovviamente, data la posizione geografica, ma la tonalita` di nero poco importanta nell'economia di questo momento storico.
George Floyd era nato in North Carolina, quella si che e` a maggioranza afroamericana, e se vai indietro qualche generazione nell'albero genealogico di quella gente, sempre la` arrivi: agli schiavi. In North Carolina, tu vai a fare il picnic alle plantation. Questo solo la dice lunga.
George Floyd era andato a vivere qualche anno fa a Minneapolis. Ironicamente lavorava come guardia del corpo e aveva perso il lavoro a causa del COVID-19. Non so nemmeno perche` quella notte fosse stato arrestato, ma di solito nemmeno c'e` un motivo. Probabilmente solo perche` era nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Ora io posso stare qua a scrivere due ore su cosa significa essere bianchi e privilegiati o sulle scelleratezze della capitalizzazione della stampa, nazionale ed estera, sulle proteste che in questi giorni infiammano gli USA e il mondo.
Ma, seriamente, non trovo le parole.
Mi fanno tutti quanti cacare.
Quelli che parlano di privilegio, quelli che parlano di complotti, la stampa di destra che mostra immagini di supermercati saccheggiati e quella di sinistra che mostra i gas lacrimogeni sulla folla pacifica.
Mi fanno tutti cacare, ed il motivo e` semplice: non vedo quale sia la soluzione a tutta questa follia che mi fluttua intorno.
Qualcuno mi ha chiesto di scrivere come stia vivendo questi giorni. Non lo so, ma prometto che se lo capisco, lo racconto. 

June, 19th (Juneteenth) 
As someone that had no idea what Juneteenth was until very recently, I am grateful to have a community of educated, open-minded, and kind people around me that keep teaching me things I don’t know.
Slavery was never a thing in Italy, racism exists, of course, and unfortunately, everywhere, but takes different shapes and shades over there. I’ve learned a lot about what white privilege means lately, not because I was unaware I’m privileged, but because I was never trained to think about it in terms of colors.
So thank you to everyone that has posted, shared, raised awareness. Below the beautiful words of a good man.

June, 28th 
I love downtown in the morning. Riding here could be my new morning routine. I definitely need to
find a new way to deal with the new stay-at-home order. This virus is vicious and not just because kills and invalidates people.
It gets into our homes. We are judged in our routines, shamed on social media, fingers are pointed to everyone by everyone. Masks are used as a political stand. A resurgence of cases pinned on different groups/behaviors accordingly to personal beliefs/priorities. Who knows me well knows that I can be very resilient, but this judgmental atmosphere tries me deep down.

Lettere ai tempi del coronavirus - II


April, 2nd
Just to end this day on a positive note, here is what I like about the stay-at-home order: 1) we eat all together twice a day and I make the effort to cook decent meals
2) I am actively enjoying my kids' school activities - I even made one of the art assignments myself
3) my FOMO is feeling very well THANK YOU
4) I discovered Zwift! I would never otherwise because, you know, streets are my trainer5) people actually *call* me with an actual phone
6) even if I work at 30 min intervals, I managed to get something done
7) I am relieved that someone actually listens to Science.I realized I wrote a pretty dark post the other day. A massive THANK YOU to who commented (or contacted me privately). It cheered me up a lot and gave me the right energy to keep going on a positive note.

April, 16th

La fase 1 era la caccia all'untore, la fase 2, mi pare a me, la caccia al capro espiatorio


April, 25th

“Fabio che cosa faresti se uno venisse a casa tua e ti dicesse che da quel momento in poi devi fare tutto quello che dice lui?”
Fabio, con la sua maglietta rossa della scuola, ha preso un martello ed ha fatto gesto di tirarmelo in testa.
“Ecco, Fabio, così hanno risposto I partigiani alla dittatura fascista”


May, 6th

Meno male a Mantova hanno scoperto la cura al plasma, se solo si fosse saputo nel 2015, si sarebbe potuto addirittura curare Ebola.


May, 12th

Mi sono svegliata alla notizia che alla casa bianca hanno reso obbligatorie le mascherine. Questo ha innescato tutta una serie di polemiche legate al fatto che inizialmente non si credeva che le mascherine fossero utili a contenere il contagio. La frase che ho letto che spesso è “ma perché cambiano in continuazione idea?”.
Mi ha fatto molto riflettere.
Io sono un ricercatore. Lo sono da quando ho messo piede all’università nel 1994. Sono più di 25 anni che, quasi quotidianamente, formulo ipotesi e me le vedo rinnegare dai dati. Allora formulo nuove ipotesi e via e via, fin quando la mia ipotesi non è suffragata dai dati, e non il contrario. Il contrario sia chiama “bias” e, di solito, si cerca di scansarlo come il coronavirus.
Le ipotesi non vengono formulate completamente a caso, naturalmente. Più un ricercatore conosce la materia più vicina l’ipotesi è al reale, ma raramente ci si becca alla prima! E di fatto, con il corona, non c’hanno beccato alla prima nemmeno i migliori virologi e epidemiologi del mondo.
Non mi stupisce, nè scandalizza. Ma a me, questo processo mentale (dati-ipotesi-dati) viene completamente naturale. Per tornare al punto iniziale del post, non mi stupisce che le raccomandazioni sulle mascherine siano cambiate rispetto a 3 mesi fa, quando non se ne sapeva abbastanza di questo virus, sopratutto da un punto di vista epidemiologico.
Chiaramente invece questo stranisce parecchi.
Mai come in questo periodo di pandemia mi sono resa conto di quanto la mia testa ragioni su un’altra lunghezza d’onda dalla maggior parte delle persone che ho intorno. Non lo dico con disprezzo, lo dico come presa di coscienza. Del resto è la prima volta che gli scienziati in prima linea provano a parlare a tutta la popolazione e sono certa di non essere l’unica ad aver realizzato quello che ho appena scritto.
Per cui a nome di tutta categoria, portate pazienza! Noi ci mettiamo li e vi spieghiamo cose che fino a ieri manco sapevate esistessero (e tuttora scambiate il raffreddore con l’influenza). Voi fate lo sforzo di rendervi conto che non portiamo la verità assoluta. Se volete quella, andate a farvi spiegare le cose dai preti.


May 26th

Memorial day has come and gone and we passed it with friends in a sparkle of normality, enjoying a beautiful sunny afternoon.
But it didn't feel right.
In my heart, Memorial Day signs the beginning of summer. By now, I usually have everything planned: we take a family road trip and then we take the kids to Italy. This week is usually packed with closing businesses: last day of school, sports have finished by now, the routine as we know it breaks and we all are ready for something different.
This year, it's going to be more of the same.
I spent the whole academic year witnessing events: John went to NY and I found myself in the shoes of a single mom. Then he came home, he finally found a job then COVID happened. I went from being a single mom to a full-time housewife and homeschool teacher overnight, w
hile still holding a full-time job. And I am grateful that my job so far has been stable. During these months, John lost his job, found another one, kids became computer experts, somehow finished the school year (their stuff packed in brown bags and handed over by masked teachers), and my days haven't changed a bit.

I am sitting here, at this table in my bedroom, headphones and all, and I watch and watch while random events stream in front of my eyes.