Sunday 30 November 2014

Terza tappa: Genova

Sono dieci giorni che non aggiorno lo so, ma come metto piede in Italia inizia una danza di pranzi, cene, merende, chiacchiere, aggiornamenti e inviti che, insieme alle due pesti, non mi lasciano molto tempo libero. Anche la mancanza in casa della wifi non aiuta, perché odio scrivere dal telefono. Ma si farà di necessità virtù, perché alcune impressioni vanno bloccate sulla carta a caldo.
Genova ci ha accolto assolata e tiepida nella veste di mia sorella, che ci ha recuperato all'aereoporto munita di focaccia e estathè. Siamo stati solo quattro giorni, ma sono stati giorni densi di aggiornamenti, chiacchiere, sorrisi, trofie al pesto e fagiolini, insozzamenti vari sotto vari tavoli e passeggiate in salita e discesa. Sono stati giorni impregnati di schiamazzo di cugini.
Cugini lontani un mondo intero ma che, non si sa come, si son trovati come se si fossero visti l'altro ieri. 
Genova è stata aria di casa anche se in verità non è casa di nessuno. È stata famiglia. È stato constatare che questa tournée è valsa la pena ogni secondo, nonostante la stanchezza, la mal gestione a tratti della prole, quello piccino sul fuso del texas e quella grande con orari e pretese da teenager. È valsa la pena, non fosse altro che per ascoltare quel tramestio gioioso di cugini. 

3 comments:

  1. dev'essere stata una gioia il pargolo sul fuso del texas... :D

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    1. Non puoi capire. Celestiale! In una delle varie notti in cui questo alle 3 chiacchierava e gattonava qui e lì ho avuto qualche istinto omicida/suicida. Ora la situazione sempre essere migliorata comunque.

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  2. io poi voglio un resoconto dettagliato sulla questione logistica, lo sai. Buon proseguimento di vacanza italiana (e sappilo, ora ho voglia di focaccia, come faccio?)!

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