Monday 14 July 2014

Impressioni sparse

New Orleans: ma allora esistono le città in US. Città e non spianate di cemento e grattacieli senza garbo. Abbiamo passeggiato nel quartiere francese, mangiato cibo creolo e ascoltato tanto jazz che alla B è molto piaciuto. Poi il giorno dopo pioveva e siamo dovuti ricorrere a una visita di emergenza all'insettario. Ero molto scettica, ma il giardino giapponese con le farfalle ha ripagato di tutte le bestiacce viste fino ad allora. Poi abbiamo anche fatto un giro in macchina a Make it Right!, che per la cronaca è il quartiere la cui ricostruzione, dopo il Katrina, è stata finanziata da Brad Pitt e le cui case sono totalmente ecosostenibili. A concludere la grigia giornata abbiamo cenato in un posto con la musica dal vivo dove la B ha dato sfoggio della sua propensione alla danza e dato libero sfogo al suo esibizionismo preoccupante. F ha dormito senza scassare l'anima. Avrei voluto fare un giro piú sensato del quartiere francese e anche degli altri quartieri ma è stato di nuovo tempo di migrare verso la nostra destinazione ultima in South Carolina.
Pensacola: una bella sorpresa. Abbiamo capito che con F possiamo viaggiare senza le sue urla negli orecchi solo presto la mattina o la notte. Quindi di buon ora abbiamo guidato verso nord un bel po', abbiamo preso il caffè a Mobile (in un posto saggiamente scelto la sera prima in modo da non perdersi in 1000 rivoli e arrivare poi all'ora di pranzo senza caffè) e poi deciso di puntare al mare. Pensacola era di strada. Pensacola è bellissima, come i caraibi. A pensacola mi sa che ci torno presto anche perchè la godura bagnesca è stata interrotta prima da un baywatch sboronissimo che ha fatto uscire tutti dall'acqua per (abbiamo capito dopo) un'imminente addestramento dell'US NAVY che ha allietato tutti con 6 jet rombanti che hanno fatto capriole in cielo per mezzora (e svegliato F); e poi l'arrivo di un nuvolone minacciosissimo che ha fatto scappare tutti. Anche noi, seppur restii, siamo scappati seguendo l'esempio della fauna locale e ci siamo rifugiati in macchina appena prima del diluvio universale. Non c'e' mai pace, per me, al mare.
Hilton Head: un'isola in cui vai da Walmart che sembra di entrare in una giungla frondosa. Un'isola in cui c'e' una legge che vieta da costruzione di case piu' alte degli alberi (!!), dove ci sono dei maledetti scarafaggi dal nome leggiadro di Palmetto Bug ma che non fanno meno schifo degli altri e ieri ce n'era uno in camera che manca poco mi casca F di mano mentre lo lavavo... Un'isola con le spiagge larghe e scure e un mare scuro e caldo come un brodo, ma con delle meduse che impietose hanno punto tutti quanti e con anche qualche squalo. Un'isola famosa per i suoi quartieri residenziali chiamati Plantations che altro cono sono che le vecchie piantagioni riviste e corrette. Non voglio sapere quanti schivi sono seppelliti sotto quei pettinatissimi campi da golf. Ah, un'isola in cui gli alligatori bivaccano sui prati come fossero gattini. Ma dove siamo rifiniti?

Fatto sta che dopo domani si riparte per destinazione non meglio identificata, adesso. Ma che saggiamente identificherò domani, perché ho capito che viaggiare con due nani permette solo improvvisazione controllata.

1 comment:

  1. Il mio giro in Florida, da Tallahasse a Key West e ritorno, me lo ricordo con grandissimo piacere. Certo, altri tempi, altri impegni familiari... ma se ti capita di tornare da quelle parti, racconta, che voglio la tua impressione!

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