Wednesday 23 March 2016

Rientri fantozziani quarta (e ultima) parte



Questa e' l'ultima che avevo selezionato per voi, fresca fresca di quest'anno.

Febbraio 2016

Quest'anno la rimpatriata e' stata breve ma intensa: solo due settimane, di cui una per lavoro. Il motivo trainante di quest'anno era che mi e' nato un nipotino nuovo che era d'uopo andare a conoscere. Il nipotino era pero' a Genova e noi, come e' noto, eravamo in Toscana, a maggior ragione questa volta, perche' io ho tenuto le mie lezioni al Polo Scientifico di Sesto Fiorentino.
Il giorno indicato per andare dalla mia sorella a Genova, prepariamo i bagagli e ci armiamo a partire.
John aveva un appuntamento al dipartimento di matematica ed io, rimasta a badare i bambini, mi accingo a preparare tutto con l'intento di recuperarlo in Viale Morgagni e partire alla volta di Genova.
I bagagli sono assai per una misera Fiat 500 che ci deve portare in Liguria in quattro, ma io sono fiduciosa nelle mie capacita' di ottimizzazione.
Verso l'ora prestabilita, anzi con un po' di anticipo perche' non si sa mai, intenzionata a sfruttare il momento favorevole in cui Fabio dorme riverso sul letto e la Bianca si guarda i suoi cartoni sull'ipad, prendo tutti i bagagli, chiavi e casa e macchina e scendo giu' a caricare la macchina, lasciando i bambini in casa un attimo da soli (cosa che non si dovrebbe mai fare, lo so lo so lo so, non attaccate a rompere i coglioni senno' non vi racconto piu' nulla). Dico alla Bianca di chiamarmi dalla finestra se ha bisogno o se Fabio si sveglia, perche' sono giu' e mi puo' vedere e sto via solo un minuto.
Scendo a corsa, apro la macchina, appoggio chiavi di casa sul sedile posteriore, apro la bauliera, metto le valigie, mi scivolano le chiavi della macchina di mano nella bauliera, ignoro questo fatto, chiudo a forza la bauliera e la macchina... si autoblocca.
In un microsencondo.
Con le mie chiavi dentro, di casa e della macchina, i bambini chiusi in casa, le valigie dentro ed io che sono sola, che devo partire per Genova previo recupero del marito.
Inutile sottolineare cosa' e' venuto giu' perche' a questo punto lo sapete.
Dopo 10 sec di totale back-out da panico, inizio a vagliare mentalmente le possibili soluzioni.
"First thing first" come mi dico sempre quando sono in procinto di mandare all'aria un esperimento che coinvolge 20 topi e 2 mesi di lavoro altrui.
Per prima cosa devo recuperare i bambini. Questo e' facile, c'e' chi ha una copia delle chiavi di casa proprio li accanto. Corro a prendere copia chiavi e corro in casa a controllare che loro siano OK. Fabio sempre dorme, la Bianca, concentrata sui suoi cartoni, e' ignara del mio dramma interiore. Ottimo. Le dico che esco un secondo.
Ora devo recuperare la macchina. Mi sovviene che sotto casa c'e' un'autofficina con la quale avevamo avuto un primo incontro, non proprio fruttuoso, l'anno prima per la C3 (vedi post precedente) - anno precente: sieee, son le 5 domani e' la vigilia di Natale, io ora chiudo, per la vostra C3 non so che fare -
In linea con quanto mi aspettavo, il signore dell'officina mi dice: "sieee io mica posso aiurtarti (fava - questo si sente dal tono della voce-), qui ci ti vuole il carro attrezzi" "Il carro attrezzi? e per cosa?" "Per aprire la portiera" "Ah, aprono le portiere cosi'?" "Si, lo fanno tutti i giorni... sa... se era una Golf era un casino, ma una cinquecento in 5 minuti fanno". Ottimo... c'e' da stare sereni e sicuri. Siamo in una botte de fero.
Chiamiamo alcuni carro attrezzisti amici suoi, tutti occupatissimi a rimuovere macchine in divieto di sosta. Finalmente uno risponde e dice che arriva tra un po'.
"Gli puoi dire che e' urgente?" "Sieee ora viene subito perche' tu lo chiami te".
Gia', scusa, per quale motivo un soccorso stradale dovrebbe venire se uno ha un problema... coi suoi tempi, coi suoi tempi...
Recupero i figlioli, che intanto erano alla finestra a seguire la scena e penso che, al momento, non c'e' null'altro da fare che scendere tutti a comprare un gelato nell'attesa dei soccorsi.
Proprio mentre avevo la bocca piena di bacio e buontalenti, oramai nemmeno di cattivo umore, perche' tanto lo so come gira il mio universo, arriva l'omino del carro attrezzi che in 5 minuti scassina la macchina della mia sorella e salva la giornata.
"Allora sono 50 euri".
Al mio sguardo da 'sticazzi' mi dice "Oh, sai, vengo da Rifredi".
Ah, allora hai fatto un viaggione (noi eravamo a Legnaia, tempo di percorrenza senza traffico 19 min, come da Google Maps), te le meriti tutte! Stai du' minuti coi bambini che li vado a prendere.
Ho pagato il babysitter improvvisato per il suo duro lavoro, recuperato a forza i figlioli che finivano il gelato sul carro attrezzi fra risate e sollazzi e, messi loro in macchina, con i finistrini aperti, le portiere aperte, le chiavi della macchina al collo, quelle di casa in bocca, ho finito di prepare tutto,  recuperato il marito e siamo partiti alla volta di Genova con solo un'oretta di ritardo.

Dovrei iniziare a mettere i mie skills di problem-solving sotto pressione sul mio CV.

4 comments:

  1. Ah ah ah...maddai!! Non lo sapevo....certo che storie tutte e quattro, davvero rientrare in Italia è un'avventura!

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    1. e nonostante tutto continuo a venire, pensa te... sara' per le cene a casa tua, highlight culinaria dei miei anni solari!

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  2. Fede , sarà che è recente ma questa è esilarante! Come se fossi stata lì e ti avessi visto ... ma per fortuna non ero lì! ;-)

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    1. te seguimi e la saga delle fantozzate continua!

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