Quindi via via che Fabio e Bianca crescono, tutto parte: cullette, lettino, palestrina, giocattoli, bagnetto, accessori e tonnellate di vestiti. Tutto va in altre case, per essere sfruttato da altri bambini e via e via fino a consunzione. Perché per la mia categorie di persone, l'era del bambino nuovo cose nuove per fortuna è finita, e l'idea del rispetto dell'ambiente e la diminuzione degli sprechi sta prendendo sempre più campo. E poi diciamocelo, la roba si ritrova, proprio per lo stesso principio, no?
Tutto è partito, meno i pannolini lavabili. Perché nella mia testa, quando avrei dato via quelli, sarebbe significato che avrei fatto festa con il fare figli. Quelli si ritrovano più difficilmente. Ed io di figli ne volevo tre, tre in terra, quindi i pannolini ancora mi sarebbero serviti per un ultimo giro.
Ho postato l'annuncio l'altro ieri mentre ero al semaforo in coda, senza pensarci troppo. Pannolini taglia uno, per chi li vuole, con una serie di accessori, perché ne ho molti e non mi servono più. Dopo un minuto scarso la risposta di una persona, pochi scambi, affare fatto.
È appena arrivata, con il suo pancione, a ritirare la busta. Gliel'ho porta come se passassi un prezioso testimone. Un carico di amore, che affonda le radici nel lontano 2010, quando il primo pacco di prova arrivò a casa per Jacopo.
Forse dopotutto in questa casa non serviranno più pannolini taglia uno. Ed io resterò con i miei tre figli, di cui uno in cielo.