Sunday, 24 May 2015

Passaggi di testimoni



Abitiamo in un appartamento molto piccolo per gli standard americani, senza spazio di storage e pieno di roba. Abitiamo qua perché è centrale, vicino a dove lavoriamo e ci permette di muoversi in bicicletta e di non perdere ore preziose di vita in fila ai semafori. Ma vivere in una casa piccola fa si che ci di debba liberare di tutto ciò che non è essenziale, il che include la roba dei bambini che non serve più, quella che uno tiene perché non si sa mai.
Quindi via via che Fabio e Bianca crescono, tutto parte: cullette, lettino, palestrina, giocattoli, bagnetto, accessori e tonnellate di vestiti. Tutto va in altre case, per essere sfruttato da altri bambini e via e via fino a consunzione. Perché per la mia categorie di persone, l'era del bambino nuovo cose nuove per fortuna è finita, e l'idea del rispetto dell'ambiente e la diminuzione degli sprechi sta prendendo sempre più campo. E poi diciamocelo, la roba si ritrova, proprio per lo stesso principio, no? 

Tutto è partito, meno i pannolini lavabili. Perché nella mia testa, quando avrei dato via quelli, sarebbe significato che avrei fatto festa con il fare figli. Quelli si ritrovano più difficilmente. Ed io di figli ne volevo tre, tre in terra, quindi i pannolini ancora mi sarebbero serviti per un ultimo giro.

Ho postato l'annuncio l'altro ieri mentre ero al semaforo in coda, senza pensarci troppo. Pannolini taglia uno, per chi li vuole, con una serie di accessori, perché ne ho molti e non mi servono più. Dopo un minuto scarso la risposta di una persona, pochi scambi, affare fatto.

È appena arrivata, con il suo pancione,  a ritirare la busta. Gliel'ho porta come se passassi un prezioso testimone. Un carico di amore, che affonda le radici nel lontano 2010, quando il primo pacco di prova arrivò a casa per Jacopo. 

Forse dopotutto in questa casa non serviranno più pannolini taglia uno. Ed io resterò con i miei tre figli, di cui uno in cielo.

Sunday, 10 May 2015

A tutte le mamme silenziose


Sul finire del giorno della festa della mamma, voglio fare un augurio di cuore, ma di cuore davvero, a tutte le mamme che oggi non hanno ricevuto fiori, cartoline e regalini.
Quelle mamme, oggi, se sono uscite di casa, hanno riflettuto bene sul mettersi il rimmel water proof o sul non truccarsi affatto, hanno camminato per strada con il groppo alla gola e le lacrime agli occhi, hanno lasciato che lacrime silenziose scendessero alla vista di bambini, carrozzine, fasce, tricicli e biberon. Lacrime silenziose, per non disturbare la gioia delle altre mamme, quelle i cui bambini erano li accanto a loro, a giocare, mangiare, dormire, piangere, correre e crescere.
Quelle mamme, quelle riconosciute da nessuno, nemmeno da chi sa e che ha paura di essere indelicato, quelle mamme oggi le ho pensate tutte, mentre ero io li, ai giardini, dall'altra parte della barricata, a guardare i miei bambini giocare nelle fontane.
Avrei voluto prenderle a una a una e dire loro che sono mamme come tutte le altre, ma davvero, non per tanto per dire e che se i loro bambini, dal cielo, non hanno potuto prepare loro nessun regalo, di sicuro sono li a guardarle essere forti.

Auguri a tutte, sul finire del giorno, sempre per non disturbare.