Tuesday 17 November 2015

Letti Montessoriani


Non mi ritengo una mamma particolarme a alto contatto, ma una mamma molto pragmatica si. Sara' la deformazione professionale che mi obbliga a ottimizzare i tempi, ma trovo che ogni madre della terra abbia diritto a quante piu' ore di sonno possibile. Purtroppo questo diritto ineluttabile si scontra con la tetra realta' di avere nani per casa sotto i 5 anni.
Il pragmatismo che e' in me ha deciso di trovare una soluzione permanente a questa mia evidente necessita', cioe' quella di dormire la notte.
Ecco che, dopo la nascita di Fabio, abbiamo allestito una immensa stanza montessoriana del sonno, in cui il nostro materasso king size si affianca al materasso da lettino con le sbarre di Fabio che si affianca al materasso da lettino intermedio della Bianca.
Ho detto materasso e non letto, perche' noi letti, nel senso di bed-frame, non ne possediamo. John ha deciso che il letto e' un bene inutile, probabilmente propagandato dalla societa' dei consumi in combutta con la lobby delle case farmaceutiche che fanno soldi sui bernoccoli dei bambini che da cotesto cadono.
E quindi da oramai quasi due anni, io dormo per le terre, con due bambini liberi di rotolare a tempo notturno indeterminato su una superficie totale di oltre 5 metri quadri di sofficita'.
Questo mi ha ripagato in molte piu' ore di sonno della mamma media, perche' quando allattavo, dovevo solo aprire il mezzo occhio necessario per attaccare il puppante alla poppa; e quando ho smesso, ho notato che a loro basta rotolare vicino a me e toccarmi che si riaddormentano. Evinto piu' che notato perche' spesso queste operazioni notturne avvengono a mia insaputa e me ne accorgo solo la mattina. Ok, probabilmente complice e' il fatto che ho il sonno piombato.
Ultimamente pero' i due MS (=Mostri Selvaggi) la mattina si svegliano all'unisono alle 7 nemmeno e iniziano a fare restling sui sopracitati 5 m2 di letto, incuranti che dentro ci si sia noi che si dorme. Questo fenomeno sta diventanto ingestibile al punto che si rende necessario un cambio repentino di strategia che per me potrebbe anche essere di buttarli fuori di camera, perche', ricordiamocelo, per me possono anche fare colazione a pane e legnate, ma devono abbozzarla di svegliarmi a suon di calci sulla testa e salti sullo sterno perche' non c'ho piu' l'eta'.

Monday 16 November 2015

Camping

2011 vs 2015
Sono successe un sacco di cose buone in questi mesi in cui sono stata assente. La mia assenza e' stata in parte dovuta alle cose successe e in parte alla congiunzione anti-tecnologia che ha voluto che il server di lavoro mi bloccase il blog e il caricabatterie del MacBook smettesse di caricare.
In pratica, in questi ultimi due mesi, siamo stati in una vacanza subacquea, poi ci sono stati gli zii e il cugino in visita, poi siamo stati via qualche altro weekend. Mi prometto di raccontare qualcosa, ma intanto comincio da questo weekend.
Anche ieri e ieri l'altro siamo stati via, in una due-giorni di campeggio semi-selvaggio a Village Creek. Niente di troppo estremo, naturalmente, ma la mancanza di elettricita' e bagni troppo vicini, lo hanno reso una avventura piu' degna di questo nome del weekend al ranch di qualche settimana fa.
Era ovviamente la prima esperienza in campeggio dei due mostri selvaggi, cosi' di recente rinominati dall'omonimo libro di Maurice Sendback - ora che mi sovviene, questo e' il terzo motivo che giustifica la mia assenza prolungata dal web-.
Era la prima volta che anche io e Babunch (John, secondo Fabio) aprivamo la nostra tenda dal 2011, e cioe' da quando, incinti della Bianca, ci avventurammo in un giro in Cornovaglia in un aprile insolitamente caldo. Comprammo la tenda in quella occasione, una tre posti, perche' tanto chissa' come sarebbero andate le cose, e prima di ricampeggiare, chissa' quanto tempo sarebbe passato. Il clima cambio' miseramente nel corso di quel viaggetto e la temperatura si abbasso' di una ventina di gradi in un paio di giorni, come solo succede nelle estati inglesi. Da allora sono passati quasi cinque anni. La tenda da tre inizia a essere piccola, ma ci siamo stati tutti e quattro, anche se strettini. E la notte, mentre provavo una sensazione di freddo oramai dimenticata, ho ripensato a quelle notti in Cornovaglia, in quella stessa tenda, dall'altra parte del mondo. E' stata una bella sensazione, una di quelle che ti fanno pensare che nonostante la merda che la vita ti tira addosso, c'e' sempre il verso di rialzarsi, piu' o meno a fatica e c'e' sempre la speranza di poter un giorno guardare indietro e sorridere.
I bambini si sono divertiti, credo. Hanno camminato per sentieri, cercato tesori, imparato come si accende un fuoco e come si arrostisce del cibo. Esperienze che per me erano quoridianeita', in tutte le estati passate in campagna, ma per loro sono rare e preziose. Perche' di nuovo la vita e' strana. Avevo sempre pensato che i miei figli sarebbero stati a contatto con i boschi e avrebbero imparato a sciare a 4 anni. Invece, fatalita' ha voluto che nuotino come pescioli a poco piu' di un anno e che probabilmente prenderanno il brevetto di sub prima della patente di guida. Mi dispiace e non mi dispiace. Siamo qua e si prende quello che c'e' di buono da prendere, cercando di integrare per quello che si puo' con esperienze che hanno fatto parte cultura di casa nostra.