Tuesday 27 January 2015

Viaggiare da soli con figli piccoli

best buy 2014

Titolo completo: Viaggiare da soli con figli piccoli si può a patto di qualche (trascurabile) compromesso.
Ebbene si. E non serve nemmeno essere MadreCoraggio, MadreDelSecolo, EroeDellaPatria. Basta un minimo di organizzazione in più e scendere a qualche piccolo compromesso.
Di seguito alcuni commenti e consigli dall'alto dei miei 5 aerei e 8 letti cambiati in due mesi vagabondi in Europa, di cui uno in solitaria, con due teppisti in età prescolare.
Per i viaggi in aereo ho trovato utile ridurre al minimo il bagaglio a mano e non usare il passeggino. A volte, in passato, mi era stato chiesto di chiuderlo e farlo passare sotto ai raggi X. Mi ero quindi trovata in difficoltà, per mancanza di mani che chiudessero il passeggino e contemporaneamente reggessero il suo passeggero. Con l'aggiunta del potenziale figlio maggiore in fuga, ho pensato che non fosse un'opzione. Fra i possibili carriers, meglio marsupio (ergonomico) che fascia, perché più veloce da mettere e togliere. Poi basta non essere soli quando si è con i figli e le valigie, ma se qualcuno aiuta a fare check in e recupera all'aeroporto di arrivo è facile. Coordinare i vari spostamenti è stata la parte più importante. Era necessario che non mi ritrovassi sola con una figlia per mano, uno nel marsupio e tutti i trolley da portare. Il trunky, rinominato miglior acquisto del 2014, si è anche rivelato molto utile. Ammetto di aver molto contato anche sul buon cuore del prossimo, al momento di caricare le valigie sui carrelli. Buon cuore puntualmente reperito, specie in UK.
Poi una volta installati nei vari posti, l'unico vero reale trucco è essere molto flessibili.
La Bianca a Londra all'andata ha voluto pranzare ogni giorno con il gingerbread man. Stavamo 3 giorni a pranzo strasciconi. Avrebbe messo a repentaglio la sua salute o sballato la sua educazione alimentare? No. Valeva la pena sbatacchiarsi le palle per insistere a che mangiasse a modo per tre giorni? No. Deal.
Fabio ha voluto dormire attaccato a me tutte e due i mesi. Ha anche viaggiato in 5 città e dormito in 8 case diverse. Lo possiamo biasimare? No. Era quello il momento di fare sleep training (se mai esiste un momento giusto)? No. Dovevo io dormire perché sennó il giorno dopo non sarei stata ritta? Si. Eccoti la poppa, tesoro bello! Deal.
È il caso di impuntarsi per far fare il riposino pomeridiano alla treenne che non lo vuole fare? Direi di no! Se è stanca dorme in macchina, o va a letto prima la sera. Detto questo, è essenziale mettersi in condizioni di farli riposare, in caso lo vogliano, quando si sta fuori tutto il giorno. Con due figli dell'età dei miei, il passeggino e il marsupio per me sono la combinazione migliore. Il passeggino porta roba e figlio piccolo, ma se la grande vuole fare sonnello, lei va nel passeggino e quello piccolo nel marsupio e io ho sempre due mani.
Sui bagagli, ho sempre trovato molto utile il concetto dell'usa e disfattene. Parto sempre con cose che so che non mi serviranno al ritorno e tendo a darle vie strada facendo, rimpinguando il guardaroba con eventuali regali e roba raccattata da amici con figli più grandi. Quando stavo a Londra, cercavo addirittura di mantenere un doppio guardaroba per la Bianca in modo da poter viaggiare low-cost solo con il bagaglio a mano.

Non sono stati tutti i giorni una passeggiata, a volte sono stata davvero tanto stanca, altre sconsolata, altre ancora mi sono data della bischera. Ma la maggior parte del tempo, fregandomene a sufficienza "di ciò che si conviene", devo dire che siamo stati proprio bene. I figli, se si rendono conto e vengono responsabilizzati, collaborano, anche se non sempre.

Concludo sentenziando la seguente cosa e dedicandola a tutti quelli che mi dicevano "vedrai che quando avrai i bimbi piccoli al mare tutto il giorno non ci potrai più andare". Se ami il mare, ci vai eccome, basta avere a portata di mano dell'ombra, dell'acqua e degli snack.

Wednesday 21 January 2015

Grandi cambiamenti

crescendo fin troppo alla svelta

Il nostro equilibrio familiare subirà presto uno scossone perché ci sono in vista alcuni sostanziali cambiamenti.
Il capofamiglia ha trovato il verso di farsi pagare per un anno in più per pensare a cose che nessuno capisce. Il figlio piccolo inizierà a breve a andare all'asilo, con 3 mesi di ritardo rispetto alla sorella, ma sempre piccolo abbastanza da farmi stare un po' in pena (qui lo dico e qui lo nego). La sottoscritta dovrebbe a breve rivestire i panni della Dr Pis, fare festa con il suo essere SAHM (che le è piaciuto assai, specie con i figli all'asilo o addormentati) e ributtarsi in un mondo fatto di radiazioni, nobili idee e prosaiche bestemmie. L'unica che al momento è stabilmente inserita nel suo ruolo è la figlia grande, che ieri è tornata a scuola -dopo due mesi di pellegrinaggi per terra cielo e mare- in disperazione e ne è uscita baldanzosa e ridanciana.

Oggi io e F siamo stati nella stanza che sarà a breve la sua seconda casa, dove, con mio enorme sollievo, non hanno fatto una piega né sui pannolini lavabili, né sul BLW. Anzi, mi va proprio di puntualizzare, tanto per iniziare a distruggere a picconate lo stereotipo dell'americano consumista, petroliere, scialacquone e senza cervello, che su nove bambini (F compreso) in tre usano i PL. Tant'è che le maestre hanno detto che sono esperte di ogni tipo di PL e che posso portare quelli che mi pare e ci pensano loro. Esattamente quello che avevo bisogno di sentirmi dire. Lo stesso dicasi per il BLW, che non conoscevano in quanto tale, ma che davano per scontato.

Con loro tre sistemati, resto da sistemare io. Non so ancora quando comincerò ma presto abbastanza da darmi un po' di mal di pancia. Nel mentre ho:
- aderito per la seconda volta a #100happydays
- aderito allo schema di allenamento per la 5k-corsa per principianti
- rinfilato un paio di jeans che prima dell'Europa non mi stavano!

Monday 19 January 2015

Quinta e sesta tappa: PALERMO e LONDRA

Riassumo perché le cose vanno scritte a caldo. In differita i pensieri si perdono, le cose di dimenticano e non c'è proprio motivo di raccontare.

Una Palermo insolita quest'anno. Gelata. L'unico vero inverno sentito fino ad allora. Insolita anche emotivamente, in senso buono. Non credo che certi nodi si scioglieranno mai, ma mi sento di dire che è andata meglio del solito.

Londra invece questa volta mi ha travolto i sensi e fatto sentire molto nostalgica. Sarà perché questa lunga vacanza era alla fine, sarà perché dormivamo nei docklands, dove abbiamo sempre bazzicato poco o perché dopo due mesi avevo gli occhi pieni di Europa, ma ho sentito riaffiorare ricordi sepolti chissà dove. Dei primi anni, delle lunghe traversate in metropolitana, delle uscite serali, del freddo del centro e dell'odore dei pub.
Di me quando ero turista nella città dove abitavo e ogni giorno era una cosa nuova da scoprire e imparare.
Di me quando non ero mamma e non avevo intenzione di esserlo.
Di me quando cercavo di trovare un nuovo posto nel mondo, dopo aver "fallito" col posto precedente.

Poi abbiamo ripreso un grande aereo e siamo tornati a casa.
Potrei riattaccare col pippone di cosa è o non è casa, ma non ne ho voglia. Casa è qui, a Houston, nel tepore del sole invernale, nello spazio del nostro minivan e negli amici, nuovi OK, ma che sembrano felici di sapere che sono di nuovo in town.
Non è stato male tornare a casa. Per quest'anno.