Tuesday 22 December 2015

Frustrazioni varie



La prima e la piu' grande e' che non ho abbastanza giorni di ferie. Questo si sposa male con il fatto che il lavoro mi piace davvero tanto, il team e' giovane, stimolante e simpatico, il mio capo mi stima e non manca di ricordarmelo spesso e sembra che, nel nostro piccolo, magari faremo davvero un minimo di differenza. Perche' per lo meno se non mi piaceva, mi licenziavo a cuor leggero. Troppo poche ferie. Ora per Natale, nonostante il periodo sia decisamente piu' rilassato in generale, alla fine sto a casa due miseri finesettimana lunghi. Io, che un tempo non mi muovevo per meno di tre settimane di file, guarda a cosa mi sono dovuta ridurre... ai fine settimana lunghi.
La seconda, ma non meno pungolante, e' il fatto che, nonostante i miei notevoli sforzi, e non sono stati nulli negli ultimi mesi, non riesco a  tornare in forma come vorrei. A nulla sono servite diete (fra cui 5:2, intermittent fasting, reduced calories regime), andare in bici a lavoro ogni giorno, andare in palestra anche se con scarsa regolarita'. Evidentemente l'unico modo che il mio fisico conosce per perdere peso e' attraverso lo stress disumano e la depressione suicida. A questo prezzo, allora, no grazie, sto con i miei mal tollerati 5 chili in piu'.
La terza e' la stanchezza cronica. Non importa quanto dorma, non riesco a recuperare. Sono sempre atavicamente stanca. Il piu' delle volte la sera mi addormento insieme ai bambini alle 9.30, azzerando ogni tipo di attivita' di coppia che abbia un senso. Ultimamente ci siamo imposti di guardare insieme Jessica Jones, che e' anche discretamente figo, e giuro devo fare uno sforzo atroce per tirarmi su dal letto una volta che quelli si sono addormentati e trascinarmi in salotto. Ma come mai? Eppure la notte si dorme ormai. Magari ogni tanto mi sveglio in preda a oppressione al petto o a respiro affannoso e scopro che Fabio mi sta dormendo sullo sterno o sulla faccia - in orizzontale - ma a parte questo... dormo. Boh.
La quarta sono i soldi. Non importa se si guadagna decisamente abbastanza, non si sa dove cazzo finiscano tutti quei soldi a fine mese. Certo non siamo qui a contare il centesimo, pero' a 41 anni, dopo quasi 20 anni di onorato servizio, mi vorrei anche poter permettere di buttare via 100 dollari senza doverci pensare 10 volte. E' chiedere troppo? Sono spocchiosa e ingrata?

Nonostante tutto, pero',  fra quattro giorni e' Natale e magari Babbo Natale mi porta una manciata di idee su con che spirito imboccare il 2016, che sara' sempre con poche ferie, sempre con troppi chili troppo sonno e pochi soldi, ma con qualche cambiamento all'orizzonte.

Wednesday 16 December 2015

Natale con i tuoi

Questo periodo in cui corro e basta e non ho banane nemmeno per farmi la doccia non sembra andare migliorando. Se non fosse che sto accumolando stanchezza e malumore me ne preoccuparei poco, ma tutto 'sto tramestio sta iniziando a farsi pesante sulle mie povere spalle, quando invece vorrei solo godermi lo spirito natalizio.
Dopo 9 anni, cioe' da quando sono espatriata, questo sara' il primo anno in cui non andremo in Italia per Natale e, onestamente, non mi dispiace un granche'.
Le feste sono sempre divertenti a casa, rivedo un sacco di amici e parenti, tutti sono sempre pieni di entusiasmo e di solito passo un bel periodo mangiando e trastullandomi, se pur dovendo incastrare piu' impegni del principe d'Inghilterra.
Pero', specialmente da quando ho permanentemente dato in affitto il mio appartamento, cioe' in concomitanza della nascita della B, a Natale siamo sempre stati strasciconi in case improvvisate, quando ospiti, quando in affitto. Siamo sempre stati bene, nessun frainteso, ma ho sempre dovuto fare un po' di sforzo per far si che quelle case improvvisate, spesso vuote, avessero aria di Natale. Ho sempre fatto alberi al volo, messo addobbi rattoppati ripescati in garage della zia e fatto finta che quelle fossero casa nostra, dove Babbo Natale arriva la notte di Natale con la renna Rudolf e lascia i pacchetti. Meglio traslasciare in questo post il fatto che per Natale siamo sempre stati peggio di Fantozzi e non c'e' praticamente mai stato verso di non incazzarsi per qualcosa o stare in pena per qualcos'altro.
Ecco, quest'anno non avevo proprio il cuore di affrontare l'ignoto e sono contenta che casa nostra sia nostra per davvero, che l'albero sia in piedi da dopo Thanksgiving, che babbo Natale abbia avuto l'indirizzo giusto sulla letterina fin da subito e che soprattutto non io non mi debba ritrovare a correre in lungo e in largo per l'Italia per vedere tutti e non fare torto a nessuno.

 A documentare che per Natale, mi sono sempre impegnata a far si' che sembrasse Natale: nella foto i miei Natali zingari. Da in alto a sinistra a in basso a destra: Sesto 2013, San Niccolo' 2011, casa Texas 2015, zia Teresa 2014 (si fece l'albero a lei, perche' tanto per Natale s'era via).
Buone Feste a tutti se un ci si risente.

Friday 4 December 2015

Sacrifici?


Ogni tanto mi capita di leggere roba su quanti sacrifici si fanno per i figli, e su quanto i  figli debbano essere grati ai genitori per tutti i suddetti sacrifici. Ultimamente girava un post di un figlio che portava il padre anziano al ristorante in mezzo agli applausi muti degli astanti. Il post era condito di consensi e commenti e lacrime e cuoricini.
Il tono di tutti questi scritti, invece, a me mi sta profondamente sul culo (si', a me mi) e la ragione e' molto semplice.
Non si dovrebbe parlare di sacrificio, perche' se si sacrifica poi ci si aspetta una ricompensa e questo, secondo me, e' un circolo vizioso che porta al grande male della nostra razza: il famigerato senso di colpa.
Invece il senso di colpa e' la cosa piu' inutile che esista, l'amore e' gratis, le scelte che si fanno in conseguenza al fatto che si hanno figli dovrebbero essere solo compromessi, per lo piu' temporanei e dai figli ci si deve solo aspettare che siano capaci di levarsi un dito dal Q quando hanno l'eta' giusta e non certo che ci si accollino quando siamo vecchi. Et voila'. Rant is over.