Non mi ricordo che giorno fosse, ma un primo giorno di scuola delle elementari, forse la quarta. Il giorno prima, per festeggiare la fine delle vacanze, andai a uno spettacoletto con l'amica del cuore di allora e c'era una canzoncina che faceva
"Primo giorno di scuola
eccoci ancora tutti qua
sopra i banchi a soffrire
come invidio la mamma ed il papà
Ma oggi mi ribello
ed un inno all'estate farò
evviva il mare, evviva i monti
abbasso la scuola perchè
solo in vacanza noi siam contenti
ragazzi cantate con meeeee"
Alta poesia, come si può notare, ma, oh, m'è rimasta appiccicata in testa qualcosa come 35 anni.
35 anni dopo, oggi, ero io la mamma presunto oggetto di invidia e mi sono ritrovata invece in fila con un monte di nanetti di cinque anni e fin troppi genitori in esubero, a invidiarli tutti quanti, così all'inizio del loro percorso del sapere.
La scuola americana per noi è un grande punto interrogativo e, suppongo, sarà oggetto di molti post negli anni a venire. Per adesso posso solo parlare delle impressioni del primo giorno di scuola, non mie, ma della mia cinquenne, che ha detto che è stato tutto bellissimo, che avevano delle collane con i nomi per imparare a conoscersi, che andare al bagno è OK perché sono bassi e basta sedersi e sono infondo al corridoio, che mangiare alla mensa è facile e c'era il latte al cioccolato, che lo snack con il pecorino di Alimena era squisito e se per favore poteva leggere da sola a letto dei libri nuovi. Ah, anche prendere il bus per andare al doposcuola era stato facile, che si era messa la cintura da sola e che al doposcuola sapeva già come fare tutto (è una scuola Montessoriana, a cui è ovviamente assai abituata). Quella che ha durato fatica più di tutti, mi sa, sono stata io, oggi, che quella sveglia alle 6.30 da qui a maggio mi ridurrà in poltiglia, temo.
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