Oggi Facebook, con cui ho un rapporto amore odio, ma che ancora non ho mandato definitivamente a cagare perchè unica mia fonte suprema di conoscenza, mi ha dato il buongiorno con questo.
5 anni fa, oggi, sentivo il bisogno di aggiornare il web che ero sulla via dell'aereoporto. Con la Bianca. Che aveva poco più di due mesi e che prendeva il suo primo aereo, British Airways, rotta Londra-Pisa.
L'anno prima, oggi, mi scadeva il tempo del suo fratello ed avevo fatto un sacco di progetti di passare mesi in Italia, nella mia casa di Firenze, con il bambino neonato, a godermi gli idilli della maternità. L'anno prima tutti quei sogni e quei progetti erano andati a puttane ed era una beffa. Lo schiaffo finale. La calcio nelle costole a quello che già rantola per terra in preda a un infarto.
L'anno dopo mi accingevo a spolverare qualcuno di quei progetti, ma il cuore era pesante e la bocca amara. Sapeva di minestra riscaldata, di festa rimandata, di qualcosa che aveva un retrogusto patetico. Ero patetica, che cosa cercavo di fare? Quello che era stato era stato, tutto era andato a farsi fottere, tanto valeva stasersene a Brentford Docks con le papere e le nuove amiche.
Ma in Italia sentivo il dovere di andare, per far conoscere la bambina alla nonna e ai parenti, nonchè alle flotte di amici che non sapevano nemmeno che fosse stata in arrivo.
Mi ricordo benissimo quel giorno di cinque anni fa, anche senza l'aiuto di Facebook, come una giornata amara. Nonostante l'emoji con il sorrisino di circostanza.
In Italia passai quindici giorni, dormendo sul divano della mia sorella, e andò benissimo. Avevo decine di amici che non mi vedevano da più di un anno, da quando esisteva ancora la vecchia me, che non osavano chiedere come andava, ma che erano sinceramente preoccupati e ansiosi di vedere che faccia avesse quella nuova me.
Andò benissimo.
La Bianca dormì per quasi 15 giorni filati, buonissima, ovunque, conquistandosi il titolo di pupattola finta. In retrospettiva, forse, conoscendola ora nello splendore dei suoi 5 anni e due mesi, per lei c'era semplicemente troppo casino e troppa gente e, saggiamente, decise di salutare la curva e dormire. Lo fa ancora, di mettersi da parte a farsi i cazzi suoi, quando la situazione non la soddisfa e gli amici diventano troppo entranti.
Io andai a mille cene/pranzi/colazioni/aperitivi, vidi tutti o quasi e rimisi un po' di conti. Qualche programma sfumato l'anno prima fu messo in atto. Qualche lacrima fu versata. Molta Toscana venne percorsa in macchina, in solitaria, io e quel cosino nel seggiolino che se la ronfava.
Sì, ha avuto tutto il tempo il sapore della festa di compleanno rimandata per condizioni metereologiche avverse, quando spengi le candele, ma lo sai che non è più il tuo compleanno e ti ricordi di quanto il tuo compleanno vero abbia fatto cacare, perchè eri sola in una stanza a piangere davanti a una candela spenta. Ma una festa, anche se rimandata è una festa. E i demoni vanno prima o poi guardati in faccia per sputargli fra gli occhi.
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