La mia fase fiorentina si è focalizzata sulla mia personalità casalinga e arredatrice. La mia vita era costellata di cene a casa d'amici e amici invitati a cena, oltre a infiniti viaggi per negozi di mobili. Avevo, dopo tutto, da arredare quella che pensavo sarebbe stata la mia casa semi-definitiva.
La mia fase londinese era l'esatto opposto. Mi sentivo talmente precaria che arredare case non aveva alcun senso. Poi per 2 anni e mezzo ho vissuto in 16 metri quadri: c'era poco da arredare e non c'era spazio per invitare nessuno. Poi a Londra si va al pub e festa. Mi sono allora concentrata completamente sul fashion. A Londra ho comprato vestiti, ho girato infiniti mercati, ho rifornito il mio guardaroba di scarpe con il tacco alto frivole e/o costose. Non passava settimana che non visitassi un negozio nuovo o serata che non sbirciassi qualche sito di stilisti. La mia meta preferita erano le charity shops, la mia domenica ideale un giro a Spietafield. Mi ricordo che un bel giorno, nell'incertezza del comprare o meno un altro cappotto perché l'armadio dello studio flat era pieno, risolsi cambiando casa e comprando un armadio per i cappotti.
Poi mi sono spostata a Houston con il fisico che non è più quella di una volta e la voglia di comprare vestiti è passata definitivamente. I cappotti comprati a Londra mi basteranno tutta la vita perché qua, quando non ho i calzoni lunghi e la maglietta per stare in laboratorio, ho i calzoncini e la camiciola perché si muore di caldo. Allora è iniziata una nuova fase, che quella della fitness. Chi l'ha detto che chi viene in America si dà al junk food e si arrende all'obesità. È tutto il contrario, almeno nei dintorni di casa mia. Ho già detto in altri post che la mamma media di queste zone indossa solo esclusivamente vestiti da corsa, o da yoga o da cross-fit. La mamma figa, qua, non e' soprannominata YummyMummy come a Londra, ma Lululemon mom. Posso forse essere da meno? Sto anche attraversando un periodo emozionalmente intenso, da cui mi sto districando con estrema fatica. Per una che ha la mia storia familiare, lavorare a MD Anderson Cancer Center non è psicologicamente facile. I motivi penso siano piuttosto scontati. A causa del mio troppo sapere, ultimamente sono pervasa da brutti pensieri di morte imminente, tragedia in agguato, diagnosi letali. Allora, invece di perdere tempo a pensare alla morte in maniera passiva, ho deciso, insieme al mi' marito che funge da musa ispiratrice, di prendere il toro per le corna e morire sul campo di battaglia. Almeno poi mi sarò guadagnata il Valhalla e ci saranno almeno 10 vichinghi figaccioni che mi inoltreranno ai piaceri dell'aldilà. E quindi, in un momento di totale follia, io e il mio marito ci siamo iscritti tough mudder. Al mezzo tough mudder via. Lo ripeto: abbiamo pagato 100 dollaroni a testa per andare a ammazzarsi di fatica in una "gara" militaresca che prevede bagni nel fango, scalata di muri scivolosi e monkey bars. Chi vivrà vedrà, anche se ho la vaga impressione che costei probabilmente non sarò io.
Ah ah ah grandi! Non vi bastavano le maratone che vi fate tutti i giorni tra lavoro/figli etc etc...:-)
ReplyDeleteEh non mi son firmata...Dany
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