Saturday 25 October 2014

Free to a good home

Il primo a partire è stato il Moses basket. Lo avevamo preso in una rara giornata di estate londinese, da una freecycler che viveva in una splendida casetta a Wandsworth, quando la mia pancia conteneva Jacopo, vivo, vegeto e scalciante. Mi ricordo addirittura come ero vestita. Erano le prime cose che iniziavamo a raccogliere. Quel giorno, io e John tornammo a casa con un sacco di accessori che non avremmo mai usato, a parte quel Moses basket. Quello fu conservato in un grande sacco nero, in un angolo nascosto, dietro il divano della nostra casa sul fiume a Eyot Gardens. Fu trasportato, un po' rattoppato, a Brentford. Pulito e profumato per accogliere la Bianca. Quando è stato il momento di traslocare oltreoceano, non ho avuto il cuore di disfarmene e me lo sono portato con me, insieme a un sacco di cose forse inutili. Fabio non e' mai stato particolarmente entusiasta di dormirci, quindi appena è diventato un poco stretto è stato passato a un'altra mamma propensa alla riduzione degli sprechi.
Poi è stata la volta della vaschetta. La vaschetta ha una storia diversa perché per Jacopo non prevedevamo di prenderla, visto come era fatta la casa. Arrivò invece insieme alla Bianca, a mia insaputa, con una mandata di oggetti che per lo più ho trovato inutili e mai usato. La vaschetta invece è stata parecchio utile. La Bianca ci ha sguazzato per oltre un anno, fino a che non ha imparato a farsi la doccia. Per Fabio invece era già inutilizzabile da un po',  perché il ragazzo è esagitato e adora sguazzare come un pesciolino e quindi per lui va già bene la vasca grande.
La sdraietta ci ha salutato l'altro ieri. Presa a pochi giorni dalla nascita della Bianca da un altro freecycler, ha salvato quasi tutti i miei pranzi a Londra, perché la Bianca adorava stare seduta a farsi dondolare e a guardarmi. Il fratello invece si scocciava dopo poco e adesso che sta seduto, si tuffa di sotto. Alla seconda capocciata è stato chiaro che anche la sdraietta aveva fatto il suo tempo. Ha continuato il suo viaggio in un'altra casa - Free to a good home è la formula che sono solita usare negli annunci.
Partiranno a breve altri sacchi di vestiti, la fascia da neonato e chissà quali altre cose che deciderò che non servono più. È triste e allo stesso tempo non lo è. Di sicuro è il segno tangibile dello scorrere del tempo e marca la chiusura - forse temporanea o forse no - di una fase della mia vita.

4 comments:

  1. è bellissimo che tu opti per queste alternative negli acquisti. Io riceverò tantissime cose di seconda mano già in famiglia, e sono ferma nel proposito di comprare il meno possibile. Come dici tu, tanti oggetti alla fine non servono proprio, ma è difficile saperlo prima!
    Mi ritrovo molto anche nelle strane selezioni che si fanno prima dei traslochi, quando ci si trova a spostare oggetti che magari non hanno un vero e proprio valore da un punto di vista strettamente pragmatico.

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  2. ti stupirai di quanto i bambini non hanno bisogno di nulla... ora magari in Svezia ti toccherà optare per qualche cencio in più, ma al di là di quello...

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  3. oddio ma che bambini meravigliosi!!

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    1. Rannocchini in questa foto! avranno avuto un paio di settimane a testa!

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