Tuesday 26 January 2016

Quando le notizie te le dicono i social.


Non so se sono solo io, ma almeno io non riesco a stare dietro alle cose che succedono nel mondo. Non sono aggiornata sui fatti quotidiani, non so nulla o quasi di politica, cronaca, economica e neppure di gossip. Mi aggiorno regolarmente solo sul tempo metereologico, che sennò qui non si sa mai come vestirsi. La cosa che mi intristisce ancor di più è che tutte le novità sul mondo me le regalano Facebook e Twitter, parziale complice il fatto che non possiedo la TV.
E così dalla mia amica Facebook ho appreso di cose tipo gli attentati di Parigi, la morte di David Bowie, le ultime di Tramp e il Family day. Su molte di queste cose avrei anche un'opinione forte, ma molto spesso me la tengo, perché una che apprende notizie del genere da Facebook, perde il diritto di parola e forse anche di libero pensiero.
Prendiamo ad esempio la storia del Family Day. Ora, io vivo in un paese dove c'è un day per ogni minchiata: il giorno della terra, quello dei nonni, addirittura il Go Texan Day, dove si mandano i figlioli a scuola vestiti da cowboys, per cui il family day potrebbe anche essere uno dei tanti. Basterebbe limitarsi a chiedere ai bambini dell'asilo di fare un disegno che rappresenta la loro famiglia e appendere i capolavori fatti di figurine-stecchino e scritte storte al muro della classe. Poi cosa sono (o quanti sono) gli stecchini poco importa. Vorrei scrivere fiumi di parole indignate su Maroni, Salvini, la chiesa, la mancanza di diritti, ecc ecc, ma come si fa a dire qualcosa che non sia già stato detto, quando si apprendono le notizie da Facebook? È bene che mi limiti, come nei casi precedenti, a metter like a post altrui, scritti bene, che di sicuro centrano la questione e arricchiscono il prossimo.
Il punto è: come si fa a stare al passo con quello che succede tutti i giorni, leggere tutti i nuovi paper, essere al corrente dei nuovi trend scientifici, avere opinioni informate di parenting, preparare cene variegate e equilibrate e magari anche dedicare un'ora al giorno alla cura del corpo? Io getto la spugna, non ce la faccio. Temo che continuerò a vivere così un po' a caso,  a metà fra il menefreghismo e la vergogna, senza avere un'idea non qualunquista di politica e economia, non informata quanto dovrei di nuovi trend scientifici, a parte quelli che apprendo per osmosi ai meeting, abbastanza consapevole di quello che si dice al giorno d'oggi di pedagogia dell'età evolutiva che però nutre la prole in evoluzione, per la maggior parte, a pasta al burro. In questo panorama desolato, evviva Facebook e Twitter che aiutano a farmi sembrare e sentire un po' meno ignorante.

2 comments:

  1. Fantastico questo post Fede!
    Non sai quante volte ci ho pensato anche io...con un pò di imbarazzo!
    Ma ora, va mooolto meglio!
    Grazie! :D

    P.S. ci ho già ripensato: tu sei super mamma e super lavoratrice....io ho qualche scusa in meno...che vergogna!!! :/

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