Friday 18 March 2016

Rientri fantozziani parte seconda

Firenze Santo Spirito

Questa vi piacera' molto.

Settembre 2013
Una mattina vado a lavorare e non mi sento molto bene. Nel mentre ricevo una chiamata di mia sorella che la nostra zia vecchierella non si e' sentita molto bene nemmen lei e e' sotto osservazione all'ospedale.
Presa dal panico, e volenterosa di aiutare, decido di andare a Pistoia per il finesettimana lungo, in modo da dare un po' di cambio alla mia sorella in ospedale, che poveraccia ha il figlio di pochi mesi.
La sera mentre aspetto che John torni da Oxford, faccio test di gravidanza che risulta essere positivo (era Fabio).
E cosi', incinta e triste, mi incammino verso Pistoia.
Dopo aver passato un paio di giorni con zia e sorella all'ospedale, sinceratami che non ci fosse nulla di piu' grave del solito, la domenica decido di andare a Firenze a trovare un'amica, tanto la sera della domenica sarei dovuta andare a Pisa a riprendere l'aereo che mi avrebbe riportato a Londra in nottata.
Ora si noti che a settembre a Firenze e' estate e a Londra inverno, quindi io, coscenziosa ed esperta, ho abbigliamento per due stagioni nel mio fido bagaglio a mano, che gia' che ci sono riempio con un po' di roba maternity che avevo prestato alla mia sorella.
La mia amica mi viene a prendere alla stazione con il suo figliolo nuovo. Abbiamo poche ore prima che io debba riprendere il Terravision per Pisa, ma meglio poco che nulla. Lei, grazie al figlio nuovo, ha il permesso di parcheggio ovunque e quindi si molla la macchina, con il mio trolley dentro, e si va a godersela in Santo Spirito, in maniche di camicia, a suon di cioccolata, teino spocchia e chiacchiere.
Quando si fa una certa, ci dirigiamo verso la macchina per riprendere il trolley e andare alla stazione e... surprise surprise... la macchina ce l'hanno portata via.
Perche' la mia amica aveva si il pass per parcheggiare dappertutto, ma evidentemente li' no!
La macchina portata via con dentro il mio trolley, contenente tutta la mia roba inglese, comprensiva di portafoglio, oyster card, maglia, giacchetto e chiavi di casa. Per fortuna con me avevo portafoglio italiano, passaporto e biglietto bus da Gatwick a Londra centro. Per fortuna, perche' senno' sarei stata spacciata. Vabbe' dai, poteva andare peggio, un mal che si rimedia, o no?
Dopo un attimo di panico, in cui abbiamo cercato di capire se valesse la pena di recuperare la macchina prima della mia partenza, abbiamo realizzato che no, non ce l'avremmo fatta e che anzi, se non muovevo il culo, avrei perso anche l'aereo.
Mi devo spicciare, ma se corro ce la faccio e poi potrebbe andare peggio, no?
Si, puo' sempre andare peggio: per esempio puo' venire giu' il temporale!
Corro via verso Santa Maria Novella e arrivo alla fermata del Terravision, completamente fradicia, in maglietta, leggins e scarpe aperte bagnate, e l'omino mi dice con nonchanche che, signora guardi a causa della pioggia i viali sono bloccati, il bus non entra in centro, non c'e' speranza che arrivi a Pisa in tempo.
Firenze quando piove si blocca, si sa, del resto, essendo Firenze nel deserto, alla pioggia poverini sono sono avvezzi, vanno capiti.
Sempre piu' fradicia, corro dentro la stazione e di grazia salto su un treno per Pisa in ritardo che sta chiudendo le porte. Senza biglietto, a questo punto mi pare il minore dei mali.
Il controllore non passa, la sorte e' con me (bisogna sempre giocare a Pollyanna).
A Pisa, sempre piu' infreddolita, salto su un taxi e urlo al tassista di correre all'aereporto, il quale mi scoppia a ridere in faccia e mi dice, testualmente: "Non mi vorrai mica dire che perdi l'aereo eh, cosi' conciata, tutta molle e con codesta borsetta..." "si, sticazzi perdo l'aereo si... andiamo per piacere che per oggi di corse anche basta, che sono anche incita..."
Arrivo all'aereoporto in disperazione. Ho freddo, ma piu' che altro ho il terrore di cosa ne sara' di me una volta a Londra, di notte, con meno di 10 gradi.
Al che realizzo che, no, non tutto e' perduto. Che i negozi all'aereoporto sono ancora aperti e ci sono anche i saldi.
E io ho il portafoglio italiano con il bancomat.
La sorte e' davvero con me.
Acchiappo una camicina fricchettona orrenda e una felpa della marina militare pisana (che ho ancora), mi cambio nel bagno e ricomincio a risorridere alla vita.
Anche 'sta volta me la sono sfangata.
A Londra, con le scarpe aperte che a quel punto si erano asciutte, mi stringo nella mia felpa nuova, cambio 10 euri in pounds, prendo il mio bus per il centro, il mio bus per casa e, a notte fonda, entro nel mio letto calduccio sperando che tutto questo tramestio non abbia nuociuto al bambinuccio appena concepito.
Mentre mi assopisco mi ripeto che, come al solito, io in Italia non ci devo andare, ma che vaffanculo, se tutto va bene, questo sara' un grande aneddotto.

p.s.
Il tramestio non ha nuociuto, anzi Fabio e' un toro. Evidentemente ha capito subito come gira l'universo di  su' ma'. Il trolley me lo ha riportato un caro amico venuto a Londra a festeggiare il suo compleanno qualche tempo dopo. La roba puzzava un po' ma poteva andare peggio. Il compleanno del mio amico e' stato uno dei giorni piu' divertenti di sempre. Questo aneddotto anche. Dopo 3 anni...

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